Quarantacinque atti unici brevissimi, per non dire fulminanti (che è una parola da smargiassi), drammi tascabili in cui l'ironia prende a pesci in faccia la tragedia e spesso gli oggetti si scoprono attori al pari degli umani. Quarantacinque minuscole schegge di uno specchio dentro cui stavamo tutti – e non ce n'eravamo accorti. Schegge da leggere da soli sul divano o ad alta voce in mezzo a una strada nell'ora di punta – o magari da rappresentare sopra un palco, per chi se la sente. Schegge per un teatro in fiamme, se vogliamo.